“Ti voglio bene”. Quando penso a Lina risuonano nel mio cuore queste parole: “ti voglio bene”, che più volte mi ha rivolto guardandomi negli occhi. Le sentivo sincere perché accompagnate dal suo sguardo buono. Penso che queste parole le abbia rivolte anche a tanti di voi. Chi era Lina? Si possono dire tante cose, tutte possono essere riassunte dicendo che era una persona buona. Voleva sinceramente bene a tutti e a ciascuno, perché era buona. Io non ho mai visto in lei se non la bontà, una bontà senza ombre.
Sì, forse può avere fatto anche qualche cosetta, che poteva sollevare qualche osservazione, come iniziare il rosario o il canto di entrata nella Santa Messa in anticipo oppure essere un po’ troppo meticolosa nella sistemazione dei fiori sull’altare, nel volere che le candele dell’altare fossero propriamente allineate … o nel correggermi quando avevo qualche piccola distrazione nel celebrare il rito della S. Messa. Ma tutto ciò l’ha fatto con bontà, perché il suo cuore era buono, bello.
Voleva bene a tutti, non l’ho mai sentita dire una parola negativa nei confronti degli altri. Il chiacchiericcio non le apparteneva. Si, voleva bene a tutti e li amava con tutto il cuore, Senza diminuire ciò, aggiungo che aveva predilezione per due categorie di persone. innanzitutto volva bene a coloro che si trovavano in difficoltà e lo esprimeva con gesti concreti. Mi è stato detto che nei tempi passati si è presa cura con tanto affetto e spirito di sacrificio della sorella Rosetta e in questi anni è stata generosamente attenta a coloro si trovavano in difficolta, anche procurando loro ciò di cui avevano più bisogno.
E poi amava tanto i sacerdoti. Lo mostrava non solo a parole, ma con gesti di squisita gentilezza. Pensava ai sacerdoti. Conservava il ricordo affettuoso e grato anche dei sacerdoti, che erano stati qui negli anni passati. Voleva bene alla Chiesa e in particolare a questa parrocchia di Comerio. Era affezionata alla sua festa patronale che, essendo celebrata in luglio, si premurava di ricordarcela. Donna buona e laboriosa. ha svolto lavoro a domicilio per una ditta di Milano che faceva le rose e per alcuni anni ha servito alla casa di riposo di Comerio con tanta dedizione.
Proprio perché era buona era lieta, Il suo sguardo era limpido. Vedeva il bello, e ciò la riempiva di gioia. Gustava le Celebrazioni liturgiche, e non poteva trattenersi dal dirlo a tutti quelli che incontrava. Ascoltava con gaudio l’annuncio della parola di Dio. anche i brevi commenti del Vangelo dei giorni feriali, che più volte ha descritto: perle preziose.
Era contenta di abitare nella sua casetta in centro paese non lontana dalla chiesa. Possiamo immaginare quanto le sia costato non ritornarci, dopo l’ultimo ricovero all’ospedale, ma ha accolto questa prova con fede. Ho avuto modo di visitarla con don Mario alla casa di riposo di Comerio. C’era nel suo sguardo una accettazione pacata della nuova situazione in cui si trovava, che poteva venire solo dalla sua fede in Gesù e che esprimeva con una giaculatoria a lei cara: “Gesù pensaci tu, che sei un amico sincero”. Lei, che tanto ha amato la vita e l’ha vissuta con gioia, era consapevole che era alla fine della sua esistenza terrena L’ha anche detto: “Sono qui in attesa della morte” e ha aggiunto: “Sia fatta la sua volontà”.
Sì. mi sento di dirlo apertamente nostra sorella Lina era una persona buona. Da dove veniva tanta bontà? San Paolo nella seconda lettura, che abbiamo ascoltato ci dice che per mezzo del battesimo siamo stati fatti partecipi della morte di Cristo affinché, come lui fu risuscitato dai morti, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova: la vita buona del Vangelo. Per nostra sorella Lina il battesimo non è stato un fatto isolato accaduto nel passato quando non era ancora in grado di comprendere, ma un germe di vita divina, che ha trovato in lei tanta docilità di accoglienza durante le varie stagioni della sua esistenza e che ha potuto dispiegare tutta la sua potenzialità per fare di lei un’autentica discepola di Gesù. Possiamo dire che il battesimo di nostra sorella Lina è un Battesimo, che ha trovato il suo pieno compimento. Il germe di vita divina battesimale è diventato frutto delizioso, che effonde il profuma di Cristo.
San Paolo nella medesima lettura continua dicendo: “Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui”. E ciò che ci dice Gesù stesso nel brano di Vangelo ascoltato: “Il vostro cuore non sia turbato …. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore … io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi …”.
Ecco la nostra meta verso cui siamo in cammino: essere con Gesù Risorto nella casa del Padre. Ecco dove è giunta Lina. La nostra Lina non la vedremo più lì nella prima panca, ma essa è non si è allontanata, è con noi in una dimensione nuova, migliore di quella di prima. Quest’anno non la vedremo qui a celebrare la Pasqua con noi nella fede come pellegrina di speranza, ma lei sarà in comunione con noi come coloro che celebrano in pienezza, nella visione beatifica, la Pasqua in Paradiso. Santa Teresa di Gesù Bambino nella sua autobiografia ha scritto: “Conto proprio di non restare inattiva in Paradiso: il mio desiderio è di lavorare ancora per la Chiesa e per le anime”. Io sono persuaso che la nostra Lina non sarà di meno, in Paradiso continuerà a lavorare per noi ancora pellegrini di speranza in questo nostro mondo.