Un mattino di tanti anni fa, mentre mi accingevo al rituale della barba, ancora assonnato ma con le guance già piene di schiuma, osservandomi allo specchio per evitare eventuali tagli, improvvisamente mi resi conto di come il tempo fosse “volato”. Fu quello il momento in cui realizzai, che da allora in avanti, il tempo rimastomi da vivere pur quanto lungo potesse ancora essere, non avrebbe mai potuto eguagliare , in anni, il già vissuto. Confesso che in un primo momento rimasi sconcertato. Non avevo mai, dico mai, avuto pensieri simili, però ebbi anche la certezza che, da quel momento avrei vissuto intensamente qualsiasi accadimento: Passato – rispolverando ricordi. Presente – lasciandomi coinvolgere. Si avvicina ormai il tempo dell’Avvento (da Adventus cioè venuta), tempo di preparazione al Natale. Tempo importante perché, non è solo come qualcuno cinicamente asserisce, memoria di un avvenimento risalente a circa 2000 e rotti anni fa bensì, per il credente, tempo d’attesa e speranza che si compiano i giorni della salvezza. L’attesa del personale incontro con l’Emmanuele (Dio con noi). “Bambinello dolce dolce io ti vengo ad abbracciare, porto latte miele e noci, camiciole pomi e fiori. Bambinello dolce dolce io ti vengo ad adorare, il mio cuore canta e dice che tu sei il Salvatore”. Questo il ritornello, che intercalava strofe di cui purtroppo ho cancellato memoria tranne: “Ti ringrazio Madre santa che mi hai dato il Redentore”. Era la nonna che, per tutto il mese di dicembre ogni sera, mentre intenta a sferruzzare, canticchiava questa nenia. Noi bambini silenziosissimi attorno a lei ascoltavamo e, sempre sempre, quando smetteva ad unanime richiesta: Ancora, ancora. Non molte settimane fa, zippando (che brutto termine) da un canale televisivo all’altro, mi sono imbattuto nella replica di un programma di cucina. Incuriosito ho ascoltato con attenzione e, devo dire che, ciò che mi ha veramente colpito sono state le parole pronunciate dalla conduttrice in conclusione del programma: “Perché la cucina delle nonne, la cucina delle mamme, se non te la fai raccontare non la mangi più”. Oggi che la mia nonna non c’è più, la mia mamma non c’è più, posso dire con amarezza: E’ vero.