Esercizi Spirituali: racconto in diretta

Nella Comunità Pastorale si stanno svolgendo in questi giorni gli esercizi spirituali tenuti da don Francesco Ghidini, padre Oblato Missionario di Rho. Nella prima parte si suggerisce un metodo utile alla preghiera e nella seconda si analizza un brano della Scrittura.

Riguardo la prima fase si è parlato di come prepararsi alla preghiera. Utile scegliere una posizione del corpo che stabilisca la concentrazione e la preparazione a questo momento. Importante è stare in un luogo che aiuti a raccogliersi, anche grazie ad un’immagine. Infine è bene ricordare che per entrare in relazione con Dio è necessario un silenzio interiore, senz’altro aiutato da uno anche esteriore. I pensieri e le distrazioni non vanno schiacciati ma offerti a Dio stesso. Se ho una preoccupazione che mi attanaglia, la metto nelle mani del Signore e già inizio a stabilire con Dio una relazione.

Entrando più nel vivo della preghiera, padre Francesco invita prima di tutto ad invocare lo Spirito Santo, poi a rileggere in modo più profondo un eventuale testo della Scrittura da cui si è partiti, quindi a chiedere una grazia ed un dono al Signore (che cambiamento mi suggerisce questo brano?). Dopo la meditazione, la contemplazione del brano e l’immedesimazione nei personaggi della scena, l’invito è al colloquio con Gesù Cristo, con un amico che mi sta dicendo qualcosa di importante e profondo. Il sacerdote suggerisce di chiudere poi con un Padre Nostro.

Oggi si è riflettuto sul brano tratto da Atti 12,24 – 13,3. Uno dei versetti considerati è stato: “Intanto la parola di Dio cresceva e si diffondeva”: è un’espressione tipica negli Atti degli Apostoli. Si ripete diverse volte. La parola di Dio si diffonde anche nei momenti difficili, nelle persecuzioni. All’interno della comunità di Antiochia, di cui si parla in questo brano, viene detto che sono presenti diversi carismi, tra cui se ne citano due: vi sono infatti profeti e maestri.

Il profeta è colui il quale sa cogliere i segni di Dio nella storia concreta. Ci aiuta ad accorgerci di come Dio sta conducendo la nostra vita. Il maestro conosce la Bibbia e la spiega, aiuta ad andare in profondità nel testo sacro.

In una comunità dovrebbe rivelarsi la pluralità nell’unità. Ognuno ha delle qualità particolari che vanno offerte a servizio degli altri. Tornando al brano degli Atti, la comunità di Antiochia non è una folla anonima, ma è formata da persone che vengono citate con il loro nome e che giungono da diverse zone. Inoltre è docile alla guida dello Spirito Santo, il quale chiama Barnaba (il primo, responsabile della comunità) e Saulo (l’ultimo arrivato) ad una missione particolare. I membri sono infatti chiamati ad uscire lì dove lo Spirito li chiama. Ognuno di noi ogni giorno è chiamato a testimoniare la presenza di Dio nei posti in cui viene condotto. Lasciarsi guidare dallo Spirito Santo è mettere la propria vita nelle mani di Dio.

R. L.