Eccoci alla fine di questo 2020. Stasera per tradizione concluderemo la nostra celebrazione con il canto di Ringraziamento, il Te Deum. Ma è del tutto evidente che il motivo per cui stasera compiamo questo gesto non può essere semplicemente affidato a una tradizione. Ci deve essere qualcosa di più profondo, di più convincente, affinché stasera ci raduniamo come comunità cristiana a ringraziare Dio per questo anno così difficile, così segnato dalla sofferenza e che ci apre a prospettive ancora incerte.
“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. L’atteggiamento di Maria ci induce a invocare quella sapienza che il nostro Vescovo Mario ha indicato come itinerario per questo anno pastorale: infonda Dio sapienza nel cuore.
Per questo stasera, al termine di questo anno, vogliamo passare dallo smarrimento all’invocazione: “Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. … O Cristo…, Tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell’uomo”.
Ci siamo trovati sconcertati, smarriti, angosciati, spaventati “dal buio improvviso” per questo abbiamo invocato un po’ di luce. Come può il Vangelo essere una buona notizia “per chi è travolto dalle cattive notizie”, come può essere speranza per chi accumula esperienze e motivi per disperare”?
“Nei momenti in cui il male si accanisce sulla vita di una persona o di un popolo, sorgono domande che assumono toni drammatici. Nei tempi dell’epidemia, quando il pericolo è imminente per tutti e ogni comunità, forse anche ogni casa, è visitata dalla malattia e dalla morte, le domande diventano pubbliche, ripetute, esasperate” – scrive mons. Delpini nella Lettera pastorale. Queste domande dobbiamo anzitutto ascoltarle. Trovare delle risposte non è semplice.
“A proposito di Dio” – dice il vescovo – “i cristiani si dichiarano incapaci di rispondere… riconoscendosi nelle parole di Giovanni: “Dio, nessuno lo ha mai visto” (Gv 1,18).
Ma sempre l’apostolo Giovanni aggiunge: “Il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”. Alle domande su Dio non possiamo dire altro se non quello che Gesù ci ha rivelato su di Lui. In un tempo di angoscia e di desolazione “i cristiani rispondono contemplando Gesù e seguendo Gesù e pregando come ha pregato Gesù”.
Abbiamo letto poco fa nel pagina di Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù… pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio”.
“Il Verbo si fece carne… e noi abbiamo contemplato la sua gloria”, è così che Dio si è manifestato, nella fragilità di chi ha subito tradimenti, violenze. “L’onnipotenza di Dio si è rivelata non nel mandare dodici legioni di angeli a sbaragliare le potenze ostili che innalzavano sulla croce il Figlio…, ma si è rivelata in Gesù che proprio nel consegnare la sua vita ha portato a compimento il suo amore, quello che dà la vita per i suoi amici”.
Quindi se qualcuno chiede dov’è Dio in questo momento drammatico “io rispondo – dice Delpini – Dio è lì, nell’amore invincibile di Gesù, che continua ad amare anche quando è odiato”.
Se qualcuno chiede che cosa fa Dio per noi adesso “io rispondo Dio continua a fare per noi quello che ha fatto per Gesù, dona lo Spirito Santo perché questa situazione diventi per noi che l’attraversiamo occasione per vivere, amare, morire come Gesù”. Per questa vita entriamo nella vita, vera, eterna, la vita di Dio.
Se qualcuno chiede come mai Dio non ascolta “io rispondo Dio ascolta sempre, Dio continua a mandare lo Spirito Santo per renderci partecipi della vita di Gesù “E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa ne mio nome, io la farò” – dice Gesù nel vangelo di Giovanni.
Se qualcuno chiede di chi è la colpa di tutto questo male “io rispondo non lo so. Il male è un enigma incomprensibile… so per certo che non è voluto da Dio”.
Non abbiamo tutte le risposte, ma percorriamo questo tempo nella fede, ed essa è quella luce di sapienza che illumina il nostro cammino. Nell’eucaristia che celebriamo anche questa sera facendo memoria della Pasqua di Gesù cresce in noi “l’attesa operosa del giorno ultimo in cui tutti i giorni della storia ritrovano il loro senso e il loro valore”:
“…Tu siedi alla destra di Dio, …Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. …Pietà di noi, Signore, Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno”.
“Il cristiano è colui che riprende, che non si dispera per scenari nuovi. In essi echeggerà ogni volta la stessa Parola di Dio: Gesù”.
don Maurizio