ASSEMBLEA SINODALE

in occasione della prossima assemblea sinodale pubblichiamo il testo della lettera inviata da don Maurizio lo scorso 8 settembre.

Lettera

ai membri dei consigli della Comunità pastorale,

agli operatori pastorali,

a tutti i collaboratori e a tutti i fedeli che vorranno accogliere questo invito

Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,

ringrazio Dio perché mi dà, in questi giorni in cui vi sto scrivendo, qualche momento per potermi fermare nella preghiera e raccogliere le tante idee che si sono affollate lungo il cammino con voi, soprattutto considerando le difficoltà di questi ultimi tempi caratterizzati dalla pandemia e dai problemi che derivano a causa del conflitto in Ucraina.

È bello ripensare alle persone che sono entrate nella mia vita in questi sette anni con voi, rivedo gli incontri e gli avvenimenti che abbiamo vissuto insieme. Tutto questo diventa anzitutto occasione di preghiera davanti al Signore per ringraziare e affidargli tutti e ciascuno.

 Nel contesto attuale, come in ogni altra epoca della storia, le nostre comunità parrocchiali sono una piccola porzione della Chiesa universale il cui compito è quello di “portare la buona notizia a tutti gli strati dell’umanità e, con il suo influsso, trasformare dal di dentro, rendere nuova l’umanità stessa” (San Paolo VI, papa – Evangelii Nuntiandi n. 18). Il magistero di papa Francesco, in continuità con i suoi predecessori, ci ricorda costantemente che “la Chiesa evangelizza allorquando, in virtù della sola potenza divina del Messaggio che essa proclama, cerca di convertire la coscienza   personale e  insieme collettiva degli uomini, l’attività nella quale essi sono impegnati, la vita e l’ambiente concreto loro propri” (San Paolo VI, papa – Evangelii Nuntiandi n. 18).

 Voi siete una lettera di Cristo

Da queste considerazioni nasce il titolo di quanto vi sto scrivendo: La nostra lettera siete voi. È una citazione della seconda lettera ai Corinzi di San Paolo apostolo: “La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani” (2Cor 3,2-3).

Paolo mentre si confronta con alcuni suoi avversari pronuncia queste parole, dalle quali cogliamo un’idea centrale: è lo Spirito di Dio che agisce nei cuori degli uomini per cambiarli e renderli docili alla parola evangelica. In virtù di questo Paolo porta a testimonianza della sua opera

 di evangelizzazione non una lettera scritta con l’inchiostro ma la stessa comunità di Corinto, la realtà viva e palpitante della fede maturata nei cuori dei corinzi e scaturita dalla sua predicazione evangelica. La comunità cristiana sta davanti agli occhi di tutti come segno della sua missione di apostolo. Si permette addirittura di sottolineare che quella comunità è “lettera di Cristo”, che ne è l’autore, mentre l’apostolo è stato solo lo strumento attraverso il quale è arrivato l’annuncio del vangelo.

Per i cristiani la Parola di Dio non rimane sulla pietra ma è scritta nel cuore di ogni battezzato proprio in forza della forza vivificatrice dello Spirito santo. E il risultato è la creazione di persone nuove, aperte e docili fin nel profondo del cuore, al progetto salvifico di Dio.

 Un patrimonio di fede

Questa provocazione è un invito a ripercorrere il cammino fatto fin qui dalle nostre comunità parrocchiali per guardare avanti. Anche noi potremmo ricordare tanti nomi di persone che attraverso la loro testimonianza sono stati strumento per l’annuncio del vangelo. Ricordiamo alcuni pastori del recente passato e che ci hanno lasciato: don Augusto Cereda parroco di Comerio, don Giuseppe Ortelli e don Francesco Rocchi che hanno accompagnato per tanti anni la parrocchia di Voltorre. Don Felice Rimoldi a Oltrona e don Tiziano Arioli cui successe don Mario Novati a Gavirate. Senza dimenticare don Piero Visconti che ha iniziato il cammino della nostra comunità pastorale e gli altri sacerdoti che ora svolgono il loro ministero in altre comunità della diocesi, insieme alle religiose che in tempi passati erano una presenza accogliente nelle scuole materne e nei nostri oratori.

Nei nostri cuori c’è un patrimonio di fede vivo e continuamente alimentato anche dalla testimonianza di tanti nostri fratelli e sorelle laici che ci hanno edificato con il loro stile di vita evangelico.

San Paolo ci ricorda che tutto questo fa di noi personalmente e come comunità una “Lettera viva”, una testimonianza efficace del Vangelo di Gesù.

È una responsabilità che non possiamo evitare, tantomeno sostenere da soli, ma che possiamo condividere con tutti gli altri nella comunità cristiana di cui facciamo parte.

 Il cammino con il consiglio pastorale

In questi anni ho condiviso queste riflessioni con gli altri sacerdoti della Comunità, con il consiglio pastorale e in alcune occasioni anche con alcuni di voi. In modo particolare con il Consiglio pastorale non abbiamo mai smesso di domandarci che cosa ci viene chiesto oggi affinché il Vangelo di Gesù possa arrivare a tutti coloro che ci vivono accanto. Il desiderio che abbiamo è di poter condividere il cammino fatto fin qui coinvolgendo il più possibile ciascuno di voi, perché non si riduca a uno sterile “parlarsi addosso” ma diventi il punto di partenza per operare scelte praticabili e condivise. A questo punto mi sembra utile offrirvi un riassunto del cammino fatto almeno in questi ultimi due anni.

 Anno 2020-2021

Dai primi mesi del 2020, accompagnati dalle lettere pastorali del nostro Arcivescovo “Infonda Dio sapienza nel cuore” e dalle riflessioni di don Cristiano Passoni (attuale Assistente generale dell’Azione Cattolica ambrosiana), partendo dal richiamo alla sinodalità come metodo di lavoro, ci siamo interrogati sull’azione del consigliare, articolata nei tre momenti dell’ascoltare, decidere e verificare.

Abbiamo provato ad ascoltare, nello Spirito Santo, noi stessi, chi cammina con noi, la realtà in cui viviamo, la Chiesa… e l’arrivo della pandemia ci ha chiesto subito di leggere la situazione e i vissuti dando spazio alle domande più vere, evitando di fermarci a formule e reazioni, ma aprendoci a conversione e coinvolgimento, facendo un ripensamento coraggioso del linguaggio della nostra comunicazione e del nostro dare testimonianza alla Verità che ha illuminato la nostra vita e che ci mette insieme come Comunità.

Sono nate così decisioni significative sul nostro celebrare e sulle modalità per essere comunque luogo di incontro e di condivisione (utilizzo dell’Insieme e di In cammino, le celebrazioni in streaming e le opportunità offerte dalla tecnologia per raggiungere tutti nell’isolamento dovuto al covid, come continuare il servizio della carità, come mantenere vivi l’oratorio e l’azione educativa …)

L’autunno e la ripresa dell’anno pastorale ci hanno sorpresi desiderosi di non perdere quanto avevamo vissuto e con dentro alcune domande: Un adulto oggi, di che cosa ha bisogno per incontrare il Signore nella comunità cristiana? Come raggiungere o risvegliare quella sete di senso, di significato, di Dio, di rapporti veri che vediamo negli altri?

 Anno 2021-2022

Il 14 febbraio 2021 rappresenta un ulteriore passo del nostro cammino come Consiglio Pastorale, attraverso l’incontro con don Mario Antonelli (vicario episcopale per l’Educazione e la celebrazione della fede) che ci ha aiutato nella importante riflessione avviata dalla Chiesa tutta sulla “parrocchia” a partire dal documento a cura della Congregazione per il clero intitolato “La conversione pastorale della comunità parrocchiale a servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”.

Il percorso si è quindi strutturato in un tempo dell’ascolto e della condivisione con l’approfondimento delle quattro tappe, La colonna sonora, cioè una decisa riforma in chiave missionaria (aprile 2021)], La duplice Conversione di persone e strutture (maggio 2021), La culla, cioè dimorare nella Parola di Dio (settembre 2021), Il ruolo dei Laici e le nuove responsabilità (ottobre 2021).

A questo è seguito un tempo della sperimentazione, in cui cominciare a decidere per piccole esperienze “missionarie” [da ottobre 2021 a Aprile 2022]: l’oratorio diffuso e i pomeriggi domenicali itineranti, i lunedì dei papà in oratorio, le benedizioni natalizie con gli inviti, la proposta di Lectio Divina, il gruppo accoglienza e l’animazione liturgica, oltre alle sfide alla nostra carità portate dalle nuove povertà e dall’accoglienza dei profughi ucraini.

 Ultima tappa

Ora ci troviamo all’ultima tappa quella che dobbiamo condividere con voi. Anzitutto è il tempo della verifica: fermiamoci a discernere su noi stessi, sul percorso missionario personale e comunitario, sulle scelte fatte, su cosa è accaduto, cosa ci ha colpito, cosa non ci è chiaro e vorremmo approfondire.

E si è fatto vicino intanto anche il tempo delle scelte che si concretizzano nella Festa della SS. Trinità e che ancora di più dovrebbero rendere occasione di missione evangelizzatrice le prossime feste patronali e il calendario pastorale del 2022/2023, che dovrà tradurre in prassi e strutture le scelte che abbiamo sperimentato e verificato.

 Nei momenti di confronto del Consiglio sono emerse osservazioni e linee su cui operare un ulteriore discernimento per arrivare a passi concreti di cambiamento ma che non abbiamo ancora realizzato:

“Vieni e vedi”: “Venite e vedrete” (Gv. 1,39) è la risposta che Gesù diede ai due discepoli di Giovanni Battista quando gli chiesero dove abitava. Questo versetto del vangelo ci ricorda che nella nostra testimonianza cristiana l’incontro personale è sicuramente un buon inizio, ma poi bisogna avere la possibilità e il coraggio di dire “vieni e vedi”, ovvero, bisogna trovare dei luoghi comunitari dove ci si sostiene tutti insieme, dove le persone si possano sentire cercate, volute bene, chiamate per nome. Sarà importante per questo vigilare su come si vive quel luogo. Pensiamo per esempio all’oratorio come luogo di incontro, gruppo famiglie, catechesi con le famiglie dei bambini dell’iniziazione cristiana. Ma quali altri luoghi possono corrispondere alle esigenze dell’uomo contemporaneo? Come possiamo pensare di convertire alcune nostre strutture che erano state pensate per altre funzioni e che oggi rischiano di rimanere inutilizzate?

  • Attenzione agli adulti: Far partire un percorso di “catechesi adulti”. Ad oggi in parrocchia non ci sono percorsi per Adulti non legati a gruppi pre- esistenti (movimenti, associazioni, gruppi famigliari) . Può essere un luogo in cui invitare chi è nuovo, o chi non ha un gruppo di appartenenza, ma può essere anche un’opportunità di incontro comunitario tra chi ha già altri momenti di Sono gesti comunitari, in cui vivere l’unità, l’appartenenza e l’accoglienza.

  • Ripensare al rapporto fra Comunità pastorale e Decanato: Sappiamo tutti che la divisione territoriale della nostra diocesi prevede che ognuna delle sette zone pastorali, per noi quella di Varese, sia a sua volta suddivisa in territori più piccoli e omogenei, per noi il decanato di Besozzo. Una realtà questa per la quale è stato avviato in questi ultimi due anni un ripensamento a partire proprio dal ruolo di maggior incisività da parte dei fedeli

 Assemblea sinodale di Comunità

Alla luce di tutto questo ci proponiamo così di vivere il cammino sinodale che tutta la Chiesa sta compiendo con una esperienza di assemblea sinodale della nostra Comunità: un momento in cui ciascuna realtà e tutte le esperienze presenti nelle nostre parrocchie possano raccontarsi e confrontarsi, per aiutarsi a riconoscere la grazia e la bellezza che ci sono date, pur dentro la fatica e il limite che spesso sperimentiamo, e perché cresca la stima vicendevole. A partire da qui quindi chiederci: come vogliamo la Chiesa di domani perché sia in grado di essere evangelizzatrice e missionaria?

 Uno sguardo al calendario

Per la vita di una comunità, come si cerca di fare in ogni famiglia o in ogni gruppo sociale, ci si deve dare degli appuntamenti. Mi permetto di dire che non basta “solo” la messa settimanale. Il solo è volutamente tra virgolette. Varrebbe la pena chiedersi, per un attimo, se davvero l’eucaristia domenicale è il centro della vita della nostra, o se preferite, delle nostre comunità. Certo noi cristiani andiamo a Messa la domenica per incontrare il Signore risorto, e per lasciarci incontrare da lui. Ma è diventata sempre di più una partecipazione individuale, dove “si mette a posto” il proprio rapporto personale con Dio. Invece il radunarci per ascoltare la Parola, per nutrirci alla mensa del Signore, è il momento che ci fa diventare Chiesa, ossia suo mistico Corpo vivente nel mondo.

In questi anni alcuni appuntamenti hanno scandito in modo particolare la vita della nostra comunità pastorale.

A settembre l’inizio dell’anno pastorale caratterizzato dalle feste patronali parrocchiali e dalla festa dell’oratorio.

Ad ottobre il mese missionario e le giornate eucaristiche.

A novembre con l’inizio dell’Avvento il ritiro spirituale rivolto a tutti gli adulti e giovani della Comunità.

Nel tempo di Avvento la benedizione delle famiglie in preparazione al Santo Natale.

A gennaio la preparazione alla Festa della santa famiglia.

All’inizio della quaresima tra febbraio e marzo l’esperienza forte degli Esercizi spirituali in parrocchia, e poi tutto l’itinerario quaresimale che ci porta a vivere la festa per eccellenza, la Pasqua.

A maggio il mese dedicato alla Vergine Maria e alla prima comunione dei nostri bambini.

A giugno l’appuntamento con la festa della Santissima Trinità.

Nei tempi forti si potrebbe riproporre un percorso di Lectio Divina.

 Conclusione: il tempo di eseguire la sinfonia

Concludo riportando un brano dell’omelia dell’arcivescovo Mario Delpini nella Messa crismale del 1 aprile 2021, che ci suggerisce l’immagine dell’orchestra che esegue la sinfonia. Quest’immagine spero che ci aiuti a comprendere il senso del cammino fatto fin qui e ad accogliere l’invito a percorrere insieme la strada tracciata per noi dallo Spirito santo che guida i nostri passi.

Forse la nostra orchestra sta ancora vivendo il tempo in cui si accordano gli strumenti. Ciascuno prova il suo suono, libera note sconnesse tanto per verificare il suono. Ne viene una impressione di confusione e di dissonanze, di suoni stridenti e di rumori maldestri. Non è un disastro: è il tempo per accordare gli strumenti. Ma adesso viene il tempo per eseguire la sinfonia. La gente aspetta una musica che svegli il sentire all’entusiasmo, il pensare alla verità, il corpo alla danza. L’orchestra invoca il maestro perché tutti gli strumenti contribuiscano all’esecuzione della musica necessaria per rendere desiderabile vivere e vivere insieme. Viene il tempo in cui si invocano maestri che siano strumento dell’unico Maestro e che abbiano la pazienza di valorizzare ogni strumento e di contribuire all’esecuzione comune. Le comunità cristiane, a tutti i livelli, cercano maestri per questa armonia. Non si cercano eroi solitari per imprese irripetibili, ma santi della coralità, artigiani di comunione, pazienti tessitori di rapporti fraterni, di scelte condivise, di quella disciplina del convergere, del consentire, del portare i pesi gli uni degli altri, per essere un cuore solo e un’anima sola. Lo Spirito di Dio fa a ciascuno un dono particolare, per l’utilità comune”.

don Maurizio

Gavirate, 8 settembre 2022