un invito ad essere missionari oggi, in questa nostra terra
Fin dal 2013, anno di inizio del suo pontificato, Francesco insiste per una Chiesa in uscita. Ogni battezzato è in prima persona chiamato ad evangelizzare, ad essere testimone credibile del dono che ha ricevuto, senza finzioni e nella piena consapevolezza di essere tutti bisognosi di perdono, fragili di fronte ai nostri limiti contro i quali ci scontriamo ogni volta che contraddiciamo il messaggio di Gesù. Eppure proprio lui ha affidato il Vangelo a dodici uomini, gli apostoli, così diversi tra di loro, così pieni di paure e spesso incapaci di sostenere il confronto con chi si metteva contro il loro maestro.
Il vescovo Mario ha ribadito nella sua visita pastorale alle nostre parrocchie la necessità di essere una comunità missionaria. Infatti non mancano esperienze di questo tipo anche nelle nostre piccole iniziative comunitarie.
L’inizio di questo nuovo anno pastorale è caratterizzato da una proposta che, per l’ottobre 2019, coinvolgerà tutta la Chiesa Cattolica nel mondo: il mese missionario straordinario. Papa Francesco ha indicato come tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.
Come ogni anno la vita della nostra Comunità pastorale prende avvio dalle feste patronali di ogni singola parrocchia e dovendo scegliere un filo rosso che leghi una festa all’altra abbiamo pensato di accogliere l’invito del Santo Padre e lasciarci provocare sul modo di essere missionari oggi, in questa nostra terra.
L’auspicio, non tanto velato, è che ci sia da parte di tutti apertura e dialogo. Nessuno, cioè, ritenga un rapporto talmente intimo quello che ha con Dio da non poterlo condividere, e nessuno ritenga una questione chiusa quella di lasciarsi almeno provocare da coloro che con fedeltà e onestà vivono guidati dalla luce del Vangelo e senza gesti grandiosi, senza forse nemmeno esserne consapevoli, danno un po’ di questa luce anche a chi sta accanto a loro nei luoghi che si frequentano.