OGGI SI E’ COMPIUTA LA PROMESSA

OMELIA DI DOMENICA 3 GENNAIO – II DOPO NATALE

Abbiamo iniziato il nuovo anno invocando il dono dello Spirito santo. San Paolo nella seconda lettura che abbiamo ascoltato ci ricorda che siamo sotto il “dominio” dello Spirito, “dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi”. Lo stesso Spirito lo vediamo operare nel Vangelo e guidare i passi del Signore Gesù che “ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito” e “venne a Nazareth dove era cresciuto”. In questa domenica dopo l’ottava del Natale abbandoniamo per un attimo i vangeli dell’infanzia ma per sottolineare ancora l’oggi della salvezza. 

A Nazareth, di sabato, Gesù entra nella sinagoga e legge un passo del profeta Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”. Gesù attira l’attenzione per dire che la sua venuta da compimento, da piena realizzazione, a quanto Isaia ha lasciato scritto con queste parole. Il consacrato, l’inviato dallo Spirito è Lui, è Gesù. E nella sinagoga l’attenzione dei presenti si sposta dalla parola ascoltata a colui che l’ha pronunciata: “Gli occhi di tutti erano fissi attoniti su di lui”. 

Con la venuta di Gesù l’attesa del profeta è compiuta, ma con un particolare importante: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. L’oggi è la novità di Gesù e indica che gli ultimi tempi sono iniziati, che la storia degli uomini sta attraversando un momento eccezionale di grazia. Ed è proprio il tempo che stiamo vivendo anche noi. L’oggi non è soltanto una nota cronologica riguardante Gesù ma si prolunga nel tempo della Chiesa. L’oggi di Gesù è in svolgimento ora, adesso. Il nostro tempo è l’oggi di Dio. Gli ebrei attendevano e attendono nel futuro il tempo adatto alla trasformazione: per il cristiano il Messia, che rende possibile il mondo nuovo, è già venuto, è Gesù. 

Gesù dichiara di essere inviato per svolgere due compiti. Il primo è evangelizzare i poveri. L’annuncio messianico è particolarmente in direzione degli uomini emarginati: impoveriti, prigionieri, disgraziati, oppressi. Gesù si mostrerà sempre fedele a questo compito. Nel messaggio per la giornata mondiale della pace Papa Francesco ha sottolineato ancora questo tema: “non può esserci pace senza la cultura della cura, senza promuovere la dignità e il bene di tutti”. Nel messaggio ritorna con forza l’invito testimoniato dal Signore Gesù di prendersi “cura dei più fragili, offrendo loro una nuova prospettiva di vita”.  

Il secondo compito per cui Gesù è stato inviato, secondo la profezia di Isaia, è di predicare l’anno giubilare del Signore, “l’anno di grazia del Signore”. Secondo il vangelo di Luca l’anno giubilare coincide con l’oggi di Gesù e si qualifica per la liberazione dei prigionieri e per la predicazione di un Dio che ha il volto della misericordia. Il giubileo non è un anno che ogni tanto si proclama, ma è un oggi: dalla venuta di Gesù in poi tutto il tempo è un tempo di grazia. Il giubileo, possiamo dire, è una dimensione perenne della storia. “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato” (Misericordiae Vultus).

don Maurizio