Ottobre mese missionario – la testimonianza di mons. Emilio

«Maria è presente perché è Madre, ma è anche presente perché è la prima discepola, quella che ha imparato meglio le cose di Gesù. Maria non dice mai: “Venite, io risolverò le cose”. Ma dice: “Fate quello che Lui vi dirà”, sempre indicando con il dito Gesù. Questo atteggiamento è tipico del discepolo, e lei è la prima discepola: prega come Madre e prega come discepola». (papa Francesco)

Ottobre è il mese missionario, ma anche il mese (così pure Maggio) che la tradizione cattolica ha consacrato al culto della Beata Vergine Maria.

Il missionario è discepolo e come Maria si propone di fare ciò che Gesù suggerisce. E così è stato per don Emilio, che fin da giovane ha sentito il desiderio di condividere come Gesù la vita dei poveri e di far conoscere il volto del Padre a chi ancora non aveva avuto l’opportunità di sentirne parlare.

Nominato sacerdote nel 1962 dall’allora card. Montini, ha coronato il suo desiderio missionario nel 1967, grazie al card. Colombo, che lo inviò in Zambia, terra di prima evangelizzazione. Lì è rimasto 14 anni, fino alla morte della madre. Figlio unico, ha dovuto rientrare in Italia per prendersi cura del padre rimasto solo.

Ha potuto ripartire nel 1994. Questa seconda volta però ha chiesto di diventare coadiutore di un prete africano – uno dei giovani che anni prima era stato destinatario del primo annuncio. Il suo desiderio era di porsi al servizio e di accompagnare la Chiesa locale, nel frattempo cresciuta.

Una terza fase si è aperta con lui nel 1999 quando, a seguito della morte prematura – in un incidente stradale – del vescovo locale, fu chiesto a lui di prenderne il posto.

 

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