Giornate eucaristiche – una testimonianza

Da domenica 25 ottobre a domenica 1 novembre si sono celebrate nella nostra Comunità Pastorale le Giornate Eucaristiche dal titolo Tessitori di Fraternità. Ai tempi della mia infanzia erano chiamate Quarantore. La curiosità mi ha spinto a cercare il significato e la storia di questo momento. Sono giorni particolari durante i quali viene data la possibilità di sostare presso Gesù Eucaristico. A Milano si iniziano a celebrare nel 1527, come tempo di rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera e di penitenza. Quarantore: le Giornate Eucaristiche sono chiamate così in onore e ricordo del tempo sofferto da Gesù durante la Sua Passione, esattamente dalla sera del Giovedì Santo al mezzogiorno del Sabato Santo, nel triste pensiero del sepolcro, nel quale Gesù, secondo il computo fatto da S. Agostino, rimase quaranta ore.

Tutti molto interessanti, ricchi e provocanti i temi portati alla nostra attenzione quest’anno. La sacralità del creato, della nostra vita e della nostra dignità; la bellezza di essere popolo fedele di Dio: attenti, aperti e riempiti di volti e di nomi, l’umiltà nel servizio, la grandezza e la complessità del percorso del perdono.

In tutto questo una domanda: che cosa è per me L’Eucarestia?  Il catechismo della Chiesa Cattolica è ricchissimo sull’argomento dal punto 1322 al punto 1419. Carlo Acutis rispondeva: “La mia autostrada per il cielo”. Per me una presenza, una compagnia, una pacca sulle spalle, un sorriso, un rimprovero, una tirata d’orecchie. L’accostarsi alla Comunione è un desiderio, un grido verso il bene. E la mia Adorazione?  la modestia della preghiera di mia nonna e mia mamma, “Mio Signore e mio Dio”, la risposta del contadino al Santo Curato d’Ars:  “Nulla, signor parroco…io guardo Lui e Lui guarda me".  E lo lascio parlare.

Domenica 8 novembre i miei bambini di catechismo hanno ricevuto la Prima Comunione e  due anche il Battesimo: nella complessità della situazione, niente vestiti bianchi, niente amici e parenti attorno, niente feste al ristorante. Eppure li ho visti e li ho vissuti sereni, emozionati, veramente desiderosi di fare questo incontro. E questo per me è stata una grande lezione, un miracolo.

Giovanna Loriato

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