Lc 2, 41-52
Oggi celebriamo la Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. La nostra società è estremamente diversa da quella palestinese dell’inizio del I secolo d.C. Sarebbe una pura illusione cercare d’imitare la famiglia di Gesù “alla lettera”. Ma possiamo chiederci: Quale è il valore fondamentale della Santa Famiglia che traspare dal vangelo odierno e può aiutarci a comprendere la famiglia cristiana, la nostra famiglia? Dal Vangelo di oggi traspare questo valore fondamentale della Santa Famiglia: il desiderio di fare insieme la volontà di Dio.
Gesù lo dichiarò con chiarezza nel momento in cui Maria, non ancora riavutasi dallo spavento di averlo perso a Gerusalemme, lo riprese: «“Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. “Perché mi cercavate? – le rispose Gesù – Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”».
“Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?“ Certo, che lo sapevano. Lo sapeva Maria, che tredici anni prima, all’Angelo che le proponeva di diventare la madre del Figlio di Dio, aveva risposto con docilità: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (1,38). Lo sapeva anche il buon Giuseppe, il quale ogni volta che Dio gli aveva chiesto qualcosa, aveva obbedito senza esitazione. Insomma, nella santa famiglia tutti cercavano di compiere quotidianamente la volontà di Dio. Su questo punto la famiglia di Giuseppe, Maria e Gesù, pur essendo del tutto unica e per molti aspetti inimitabile, può diventare un modello anche per le nostre famiglie.
In particolare Maria e Giuseppe, proprio perché erano animati dal desiderio di fare la volontà di Dio, hanno permesso a Gesù di crescere nel suo rapporto singolarmente filiale con Dio e nella comprensione del desiderio del Padre su di Lui. Per la maggior parte della sua vita terrena Gesù ha trovato nella famiglia il luogo privilegiato in cui comprendere in maniera sempre più profonda che cosa Dio desiderasse da lui.
Forse ci capita di pensare che Gesù, essendo il Figlio di Dio, conoscesse fin da bambino tutto, di pensare che Gesù, in quanto Figlio di Dio, avrebbe conosciuto dettagliatamente, fin da ragazzo, che cosa avrebbe dovuto fare da grande per portare a termine la missione salvifica ricevuta dal Padre. In realtà chi si immagina che Gesù fin da bambino sapesse già tutto, non fa attenzione all’ultima frase con cui si chiude la pagina del Vangelo di oggi: «Gesù – scrive l’evangelista Luca – cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini». Anche Gesù è cresciuto. Anche Lui ha dovuto far fatica a diventare adulto. Anche Lui, con il trascorrere degli anni, ha accresciuto le proprie conoscenze e ha sviluppato le proprie capacità; è maturato nella vita affettiva e nella sua maniera di pregare…
Chi avrà insegnato al piccolo Gesù a recitare le preghiere tradizionali del popolo d’Israele? Chi avrà mai fatto maturare in Gesù l’intuizione che la cosa più importante nella vita è occuparsi delle cose di Dio? Certamente il ruolo principale lo ha avuto lo Spirito Santo, ma possiamo aggiungere che la sua famiglia ha contribuito tanto in ciò. Per questa ragione, quando Maria lo rimprovera, Gesù sembra risponderle: «Ma scusa! Non mi hai insegnato tu che bisogna prendersi cura anzitutto delle cose di Dio?». E Maria impara. Quelle parole così misteriose di Gesù le avranno ricordato il valore fondamentale della sua vita, che stava costruendo insieme a suo marito e insieme a quel figlio che, pur così piccolo, aveva già intuizioni così grandi: la vita vera non è altro che «essere nelle cose del Padre». Maria, da madre impara dal Figlio di Dio. Maria diventa discepola. Era stata lei a insegnargli le prime nozioni della pietà d’Israele e adesso capisce che è lei a dover imparare da suo figlio. Perciò – annota l’evangelista –Maria «custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (2,51).
Ecco il valore fondamentale della Santa Famiglia che traspare dal Vangelo odierno e può aiutarci a comprendere la famiglia cristiana, la nostra famiglia: è il desiderio di fare insieme la volontà di Dio. Una domanda: quale è la volontà di Dio? Che cosa vuole Dio? Dio è Amore, e ciò che vuole da noi è che ci amiamo, come lui ci ama (Gv 15,12; Rm 13,8-10). Dio non vuole nient’altro da noi se non che ci amiamo come Lui ci ama, Liberiamoci da una immagine di un dio che vuole qualche cosa d’altro da noi. Dio vuole soltanto che ci amiamo, per questo ci ha creati, e per questo Gesù è morto in croce ed è Risorto pe noi.
La famiglia nel progetto di Dio è l’ambito in cui si ha la prima e fondamentale esperienza dell’amore autentico, dell’amore che è un riflesso dell’amore di Dio per noi. Insomma, possiamo dire che è in famiglia che si apprendono i valori fondamentali per amarci come Dio ci ama: la tenerezza, la fedeltà, la concordia, il desiderio di condividere, di sognare insieme e di scommettere la vita su certi ideali comuni, la capacità di donarsi, di sopportarsi e perdonarsi a vicenda, se uno ha di che dolersi dell’ altro, valori che poi ci portano a scoprire, in maniera indimenticabile, chi è Dio e chi è ciascuno di noi. Certamente l’acquisizione di questi valori non è un cammino facile, ma un percorso in cui non mancano difficoltà, a volte anche gravi, che però con l’aiuto del Signore diventano occasione di una conversione interiore che l’amore vero richiede a ciascuno di noi.
Far diventare le nostre famiglie il luogo privilegiato in cui impegnarsi insieme per realizzare ciò che Dio vuole: – amarci come Lui ci ama -, diventa per noi tutti una responsabilità. Soprattutto se ci accorgiamo di non essere ancora all’altezza dell’arduo compito di amarci così a casa nostra, nella nostra possiamo continuare a pregare con le parole dell’orazione con cui abbiamo iniziato la santa Messa: «O Dio concedi ai coniugi gli aiuti necessari alla loro missione di sposi e di educatori e insegna ai figli l’obbedienza che nasce dall’amore».
Emilio Patriarca Vescovo
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